Tempi di crisi, poca sensibilità verso gli animali o una burla? Difficile dirlo, rimane il fatto che un bar a Treviso avrebbe fatto pagare un po’ d’acqua che due clienti hanno chiesto per il loro cane. Almeno questo è quanto emerge da uno scontrino che riporta la dicitura “Acqua cane” per 30 centesimi e che, pubblicato su Facebook, è diventato subito virale scatenando la rabbia e l’indignazione di chi ama i quattrozampe. 

La scena sarebbe accaduta nel centralissimo bar «Signore e Signori» in piazza a Treviso, quando due persone si sono sedute per bersi uno spritz e un’acqua e menta. Dato il caldo, i due hanno pensato di chiedere un po’ d’acqua per il loro cagnolino dando per scontato che nulla avrebbero dovuto. Ma al momento del conto quella ciotola d’acqua è stata 30 centesimi, un prezzo marginale, ma davvero qualcosa di insolito visto che normalmente gli esercizi la forniscono con un sorriso e magari anche una carezza al quattrozampe. 

Proprio in questi giorni un’altra immagine gira sul web in maniera virale: è quella di un avviso pubblicato nel 1877 con cui un magistrato civico di Trento (non Treviso) rammentava «ai proprietari di negozi, botteghe ed officine l’obbligo di tenere costantemente, durante tutta la stagione calda, esposto il prescritto recipiente d’acqua monda, affinchè i cani vaganti possano dissetarsi». 

Un obbligo, non un invito: violarlo avrebbe comportato una punizione. Ma era il 1877, non era Treviso, ma Trieste, non si parlava di esercizi pubblici, ma di botteghe e negozi, forse non c’era la crisi, o forse c’era un’altra sensibilità. 

*****AVVISO AI LETTORI******

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