La notizia da manuale giornalistico non è quella del cane che morde l’uomo, ma quella dell’uomo che addenta il cane. Eppure ha suscitato grande meraviglia la storia della bimba sfigurata dal morso di un Lagotto Romagnolo e quella del postino che ha perso la vita durante la consegna di un pacco all’interno di una proprietà in cui c’erano di guardia tre cani Corso.

Nel primo caso si tratta di un cane descritto dallo standard come docile e adatto alla compagnia. «In una razza d’indole buona non è scontato che tra i suoi elementi si annoverino solo cani con questo comportamento. Ci sono predisposizioni caratteriali per cui il singolo cane dovrebbe essere compreso al di là della razza cui appartiene». L’allevamento di Castell’Anselmo è il vivaio di Jack Russell e Cani Corso di Francesco Mostacci e a suo parere non esistono razze classificabili semplicemente come pericolose o tranquille. «Stiamo snaturando le razze a favore di comportamenti a noi favorevoli. Cani storicamente da lavoro che adottati dall’uomo conducono vite inappropriate alla loro natura e sono trattati come cani da salotto».

Per trasformare il Lagotto nel miglior cane da tartufo ci fu una selezione accurata tesa a cancellare il suo istinto venatorio, perché il cane non fosse distratto dalla selvaggina durante la ricerca del tubero prezioso. «Un neonato o un bambino piccolo sono sempre una sorta di preda. Se guardate un documentario, cosa vedete? Predatori che cacciano giovani esemplari di animali che stanno male», puntualizza Mostacci. Le categorie più a rischio in natura sono gli animali giovani o quelli ammalati perché più facili da localizzare e catturare. «I bambini si muovono con movimenti scoordinati, cadono e si rialzano e danno segnali che sono richiamo per i predatori». Non si tratta certo di cattiveria, sottolinea l’allevatore, ma di un istinto che può risvegliarsi. «Di fronte a un neonato può esserci uno sconvolgimento dei normali comportamenti del cane: può scattare l’istinto di caccia ma anche l’istinto di maternità».

Un discorso che può estendersi a qualsiasi specie vivente sul pianeta, umani compresi. Non è un bambino quello che bullizza un compagno perché più vulnerabile, timido e insicuro? Il postino di Portopalo di fronte a un branco di cani deve aver avuto un’enorme paura, «e chi non ne avrebbe avuta al posto suo? – s’interroga Mostacci – I Corso è un cane coraggioso, forte ed equilibrato, amante dei bambini ma per lui vale un discorso che funzionerebbe anche per cani di piccola taglia: un solo cane si relaziona in modo diverso con gli umani rispetto a due cani che insieme formano un branco e riscoprono gli atteggiamenti predatori. Più è numeroso il branco è maggiore è la possibilità che si scateni la predatorietà». E’ un po’ come accade in un branco di adolescenti che violenta una donna «persone che mai avevano avuto atteggiamenti violenti, si ritrovano in branco e partecipano a violenze insopportabili. Siamo tutti animali».

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