(Getty Images)
(Getty Images)

Se nelle vostre case vivono un cane o un gatto, il concetto di felicità vi sarà piuttosto chiaro. Perlomeno partendo dal vostro punto di vista. Ma il vostro amico è davvero felice? Che cos’è la felicità per un animale domestico? Possiamo valutarla con gli stessi nostri parametri? «Assolutamente no — spiega Roberto Marchesini, etologo e scrittore, autore di numerosi saggi su zooantropologia e post umanesimo, che venerdì alle 15,40 prenderà parte al panel «Un cane può cambiarvi la vita» al Tempo delle Donne del Corriere della Sera —. C’è una sorta di esperanto comportamentale tra i mammiferi, un linguaggio comune, che fa capire se in un dato momento siamo felici o tristi, eccitati o indifferenti. Ma i meccanismi che lo regolano sono diversi e non è affatto detto che ciò che rende felici noi renda felici anche i nostri animali».

Shopping col cane?

Prendiamo per esempio la campagna per togliere i divieti di accesso nei luoghi pubblici. Una battaglia sacrosanta, di principio. Sappiate però che il vostro cane non ha alcun desiderio di venire con voi al centro commerciale. Certo, ama stare al vostro fianco. Ma se potesse scegliere, quel luogo lui lo eviterebbe. «Vorrebbe invece stare in un prato, tra foglie secche, fango, odori forti e perfino feci. È l’aspetto estetico della felicità, quello legato ai luoghi. Noi siamo appagati visivamente da ambienti multiforme, pieni di colori e di oggetti. Il cane si aspetta invece un mondo che sia complesso dal punto di vista olfattivo. Portiamolo in un parco e lo vedremo mettere il naso ovunque, mentre nelle nostre case tutto è coperto dall’alcol dei detersivi e il solo diversivo per lui davvero interessante rischia di essere un calzino sporco trovato in giro».

‘);
}

I sogni son desideri

Altro aspetto della felicità è la soddisfazione dei desideri, che in etologia diventano motivazioni. «Che sono sempre dettate dall’azione — evidenzia l’etologo —: al gatto piace ricorrere una pallina, non per la pallina in sé ma per l’inseguimento, che asseconda la sua motivazione predatoria. Il cane ci riporta gli oggetti perché desidera fare cose insieme a noi, spinto da una motivazione collaborativa. Tutti gli animali vogliono compiere azioni, ma ogni animale vuole compiere azioni diverse». Concetto da tener sempre presente quando si pensa a come interagire con il proprio animale.

Le relazioni

C’è poi l’aspetto sociale e relazionale. Ogni animale è felice quando sta bene all’interno della propria struttura sociale. L’essere umano lo è quando si sente benvoluto. «Il gatto, invece, si sente bene quando chi gli sta vicino lo rassicura e gli concede i giusti spazi». Diverso l’approccio del cane: «A lui interessa avere accanto non un padrone sdolcinato che lo riempia di coccole, ma qualcuno che percepisca come guida sicura, capace di gestire le diverse situazioni e risolverle».

Rompere la routine

La felicità deriva anche dalla rottura della routine. «La ripetizione costante uccide la felicità perché non mette in moto le emozioni, anzi le spegne» dice Marchesini. Ecco perché bisognerebbe evitare di portare il cane a spasso sempre lungo la stessa strada. Al contrario sarebbe importante fargli conoscere posti nuovi, dargli la possibilità di esplorare. Idem per il gatto: la pallina di cui sopra alla fine stanca anche lui. Inventarsi nuovi giochi a volte richiede impegno, ma chi sceglie di avere un animale — non ce lo ordina il medico — deve metterlo in conto se vuole renderlo felice.

6 settembre 2018 (modifica il 6 settembre 2018 | 18:36)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

0 Comments

Leave a reply

©2024 ForumCani.com