Il cane o il gatto di famiglia, il canarino, il coniglietto o anche la tartaruga mentre i pesci no, perché la faccenda si complicherebbe. Questi animali in #Alaska, in caso di divorzio, verranno trattati esattamente come figli e il giudice stabilirà, caso per caso, a chi affidarli o se optare per un affidamento congiunto.

L’Alaska è il primo Stato Usa che “rivoluziona” il diritto di famiglia e la nostra percezione degli animali, qualora ve ne fosse ancora bisogno: non vengono più equiparati ad oggetti (come il divano o il servizio buono della lista di nozze), proprietà da litigarsi, contendersi e spartire in caso di separazione legale, bensì come esseri senzienti, familiari a tutti gli effetti, di cui bisogna occuparsi mirando al loro benessere.

In Alaska è legge: animali domestici come figli

Si tratta di una questione che sta dividendo l’opinione pubblica: gli animali domestici possono essere considerati come bambini, alla stregua di figli? In Alaska sì: un nuovo emendamento, appena entrato in vigore nello Stato Usa, vincola il giudice, in caso di separazione tra coniugi, a tener conto del benessere degli animali, trattandoli esattamente come fossero dei figli nel momento in cui deve decidere a chi dei due “genitori” affidarli. Tra le varie ipotesi, non si esclude nemmeno quella dell’affidamento congiunto, qualora ve ne siano i presupposti.

Si tratta di un drastico cambiamento perché, se tutti coloro che li hanno in casa hanno sempre considerato gli animali come familiari, fino ad oggi i giudici li valutavano come proprietà. Di conseguenza, nelle controversie venivano presi in considerazione secondo un criterio di spartizione dei beni tra le parti.

In Alaska l’emendamento si è ispirato a un caso di cani da slitta

Tutto è cominciato da un caso inerente un gruppo di cani da slitta, che ha causato un’accesa disputa tra ex coniugi. Il tribunale ha deciso, così, per l’affidamento congiunto tra le parti. Infatti per i giudici statunitensi ciò che conta, di fronte ad una separazione, è il benessere degli animali. Questo emendamento, inserito nello statuto del divorzio dello Stato dell’Alaska, rappresenta un precedente nella giurisprudenza che farà sicuramente da riferimento nell’aggiornamento del diritto di famiglia da parte di altri Paesi. Esultano gli animalisti: l’associazione “Animal Legal Defense Fund” l’ha definita una disposizione innovativa e unica nel suo genere.

David Favre, professore di diritto della Michigan State University, ha commentato: “Per la prima volta uno Stato ha espressamente detto che un animale ha visibilità in un procedimento al di là della proprietà e che il giudice può stabilire a chi affidarlo in base a ciò che è meglio per lui e non per i suoi proprietari”.

Chi si separa vuole certezze su custodia, modalità di visita e sostegno economico a favore del proprio animale domestico. Queste esigenze, almeno fino ad oggi, avevano riguardato esclusivamente i figli, e non gli animali. Spesso capita che, tra i motivi di contesa tra le parti ci sia proprio un cane acquistato prima della separazione: naturalmente nessuno accetterebbe una “quota” del suo amico a quattro zampe al momento della separazione o divorzio.

Il diritto di famiglia finora non aveva affrontato questa tematica. La norma introdotta riguarda anche animali rimasti vittime di violenza domestica e, per tutelarli, il giudice può condannare i proprietari a sostenere i costi della pensione che li ospita. #cani e gatti #cani e gatti affidamento divorzio

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