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Imperia – I canili sono stracolmi: il numero degli abbandoni di innocenti quattrozampe continua ad aumentare, anche e soprattutto per le difficoltà economiche delle famiglie. Alla vigilia della stagione più a rischio – l’estate -il fenomeno non si arresta e, anzi, preoccupa le associazioni, sia pubbliche sia private, che si occupano di ospitare cani e gatti senza più “famiglia”. Gli ultimi dati diffusi dal ministero della Salute parlano molto chiaro: la popolazione dei randagi, in Italia, ammonterebbe a quasi 700 mila animali, con un numero di ingressi nei canili in decisa crescita. Non fa certo eccezione, in questa vera e propria emergenza, la provincia di Imperia.

Nei canili ponentini, a oggi, tenendo conto del turnover di ingressi ed uscite, sarebbero poco meno di 500 i cani in attesa di adozione. Giovani e meno giovani, sani e con qualche acciacchi. Sulle stesse cifre, poi, l’esercito dei gatti recuperati sul territorio o consegnati, anche qui per rinuncia, ai sei tra canili e rifugi presenti sul territorio. «Siamo praticamente “a tappo” – confessa Maria Luisa Novaro Mascarello del Rifugio La Cuccia di via Nazionale 354 a Imperia – oscilliamo tra i 25 e i 35 cani – dopo l’alluvione del 2014, che distrusse numerose gabbie e provocò danni consistenti, la nostra struttura ha dovuto ridurre la sua capienza. E questo, per tutti, è un problema grosso…». «È vero che gli abbandoni sono in calo – puntualizza Simonetta Anselmi, responsabile dei volontari del Canile Gli Ulivi di Regione Gombi Ricci a Chiusavecchia, Valle Impero (24 gli attuali ospiti, il doppio nei periodi “caldi”, ndr) – ma restano al primo posto come causa di entrata nelle strutture».

A Sanremo, da qualche anno, opera il canile modello “Pluto’s Residence”, struttura nuova e all’avanguardia che ospita quasi 300 cani recuperati a nuova vita e in attesa di adozione (altri 40-50 si trovano nel rifugio del Poggio). Negli ultimi tempi, complice la crisi economica, separazioni o trasferimenti per lavoro in famiglia e motivi di salute si registra un’impennata delle cosiddette rinunce. «Si prende un cane – conferma Aldo Limon del canile di Ventimiglia (una quarantina di cani ospitati e ben 150 gatti) – poi non si riescono più a sostenere le spese per farmaci, visite veterinarie, vaccini e così vi a». A questo punto, l’unica alternativa “legale” è rinunciare alla proprietà del cane presentandosi al canile. L’abbandono, infatti, è un reato penale che prevede multe da mille a diecimila euro e fino a un anno di reclusione. Fondamentale denunciare chiunque si macchi di questo reato che causa sofferenze a un essere vivente, oltre a generare danni e sperpero di denaro alla comunità.

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