TORINO – Cani che cercano, e soprattutto trovano, altri cani. E anche gatti. È l’attività svolta da una squadra di cani molecolari addestrati da Stefan Ghiuta, veterinario comportamentalista e istruttore al Centro Cinofilo «Il Capobranco» di Nichelino. Grazie all’intervento di questa squadra di investigatori molto speciale, la sera del 7 marzo è stata trovata e restituita ai suoi proprietari la cagnolina Susy, una meticcia di quasi due anni, dal passato burrascoso, nata in Sardegna, dove ha vissuto da randagia i primi mesi di vita. Una volta adottata e portata a Torino, è scappata dalla sua prima famiglia.

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Torino, cani che cercano cani smarriti (e li ritrovano). È l?animal trailing

«Per 12 giorni ha vagato per la città e poi, da maggio dello scorso anno, è stata adottata da noi. Questa volta è scappata perché il decoratore che stava lavorando nella nostra casa ha aperto la porta e, accortosi del cane, ha cercato di prenderla. L’abbiamo persa per 30 ore, ma avrei dato tutto per ritrovarla, non ci saremmo fermati davanti a nulla», racconta Anna Spada, che l’ha adottata da un anno. «La vera proprietaria è mia nipote, Virginia Pareti — prosegue — Tutti eravamo preoccupati. Abitiamo in via Servais ed è arrivata in via Pasteur, attraversando corso Francia e corso Marche. Stefan è stato fondamentale, mi ha dato la certezza che Susy fosse lì dove l’abbiamo riabbracciata».

Ma come avviene nel concreto l’ animal trailing , ovvero la disciplina nata e brevettata proprio a Nichelino dal team di Stefan? «Viene presentato ai cani addestrati un oggetto con l’odore dell’animale da cercare — spiega il veterinario —. Partiamo sulle sue tracce e ricostruiamo il suo percorso di allontanamento. A volte è possibile arrivare fisicamente all’animale smarrito, altre volte le informazioni fornite dai cani ci aiutano ad individuare la zona dove si è rifugiato. Al momento la squadra di animal trailing di Nichelino conta più di 30 interventi». Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, «l’ animal trailing è una disciplina alla portata di tutti i cani di tutte le razze, in quanto hanno naturalmente un buon olfatto e l’istinto di cercare-. Alcune razze selezionate per la caccia, come i segugi, sono più motivate rispetto ad altre e quindi raggiungono più in fretta i risultati. Fondamentale è la motivazione». Questo aspetto bisogna costruirlo con il tempo e la costanza, e un cane che ricerca persone non per forza sarà in grado di trovare altri animali.

«Se il cane e il suo proprietario seguono un buon addestramento, rafforzano il legame tra loro e possono raggiungere ottimi risultati nel giro di 4-5 mesi-. L’ animal trailing è prima di tutto un gioco, per dare sfogo alla voglia del cane di lavorare, di divertirsi sfruttando le sue capacità. La disciplina può essere integrata in un percorso di rieducazione comportamentale per lavorare sull’autostima dell’animale, sulle sue capacità di concentrazione e autocontrollo», racconta ancora Stefan. All’intervento operativo per la ricerca di Susy hanno partecipato 5 binomi, ovvero 5 coppie cane-proprietario: Emanuela e Blu, un meticcio pastore; Monica e Artù, un cocker americano; Federica e Bracuso, un bassotto; Graziella e Kiba, una shiba inu a sua volta smarrita in passato, e che adesso ha «restituito il favore». E infine Eugenio e Azuki, un altro shiba inu, la coppia di punta. Per fare un buon intervento ci vogliono almeno due binomi ben preparati, ma più binomi partecipano, più alte saranno le probabilità di successo.

I cani ricercano e fiutano le tracce, anche vecchie di 5 giorni, ma una volta trovato l’animale come lo segnalano? «Può avvenire abbaiando, sedendosi all’improvviso o guardando il proprietario. Quando il cane è sulle tracce, fornisce una serie di segnali al conduttore, come il naso a terra, la descrizione di semilune per escludere le zone dove non c’è odore, o veri e proprio stop, per indicare che oltre una data area non ci sono più odori». L’obiettivo principale di Stefan ora è quello di «diffondere questa meravigliosa disciplina, riconosciuta dal Coni e praticata solo nel nostro centro, affinché in futuro nascano diverse unità cinofile operative in tutta Italia, in grado di aiutare chi perde il proprio animale».

12 marzo 2018 | 11:05

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