In molte prigioni degli Stati Uniti sono stati attivati dei programmi che permettono ai detenuti di venire a contatto con dei cani, spesso randagi tenuti nei rifugi. Iniziative in cui sia le persone, che trovano motivazioni per una nuova vita, sia gli animali traggono benefici. Ma in questi giorni i media americani riportano una storia molto triste: un associazione animalista dell’Ohio denuncia la morte di una femmina di incrocio di pastore tedesco che sarebbe stato ucciso proprio durante una di quelle giornate all’interno di un carcere.  

La Joseph’s Legacy, organizzazione con sede a Middletown, in Ohio, ha scritto su un post di Facebook dove spiega che Evie, una cagnolina di quattro anni, è stato uccisa mentre era sotto la custodia del Warren Correctional Institution : «Evie è stata trovata nella cella, incapace di rispondere ai suoi conduttori ed è poi morta». 

I fatti risalgono al 25 agosto scorso, ma l’autopsia, ricevuta solo in questi giorni, ha evidenziato che è deceduta per un violento trauma all’addome: «Siamo sconvolti – scrive l’associazione -. Dobbiamo ottenere giustizia per Evie». 

L’associazione dice che il programma è stato messo in atto per “cani in difficoltà” per dare loro un addestramento extra, per prepararli per trovare una famiglia adottiva. 

Un programma che è nato un anno fa e che ha “diplomato” circa 20 cani e poi adottati.  

La non-profit spiega di aver regolarmente inviato volontari alla prigione per osservare i progressi dei cani, così come i loro conduttori. Ora, dopo la morte di Evie, tutti i quattrozampe sono stati ritirati dal programma. 

Evie era arrivata nel rifugio nel 2015, con un problema all’anca causato dall’investimento di un’auto. Il cane aveva recentemente dato alla luce una cucciolata di cuccioli. «Era una super mamma, dovevamo aiutarla, darle una vita dove non doveva preoccuparsi di quale fosse il prossimo pasto per lei o i suoi piccoli», ha detto il gruppo. Dopo essere stata operata, il problema all’anca era praticamente stato risolto. Era stata anche adottata, ma dopo qualche mese era stata portata indietro perché aveva imparato ad aprire le porte e i cancelli e cercava in tutti i modi di fuggire. 

L’idea di farla partecipare al programma carcerario sembrava una buona idea per addestrarla in un luogo “sicuro”, 

Ora l’associazione mette in guardia le altre organizzazioni di salvataggio sui programmi carcerari, scrivendo: «Questi programmi sono più rischiosi di quanto pensassimo in origine. Che la tragedia di Evie possa essere da monito e che spiga a pensarci due volte se si sta salvando davvero gli animali in quelle condizioni». 

La Joseph’s Legacy ora sta pensando di denunciare ufficialmente i responsabili della struttura carceraria. Sul caso sta indagando la polizia della State Highway. 

JoeEllen Smith, portavoce del Dipartimento di riabilitazione e correzione dell’Ohio, ha dichiarato all’Associated Press: «I programmi di addestramento degli animali all’interno delle nostre strutture hanno dimostrato di essere un’attività efficace e significativa da oltre 20 anni e abbiamo sempre avuto assoluta tolleranza zero per qualsiasi tipo di abuso sugli animali che fanno parte di questi programmi». 

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