Prato, 3 aprile 2018 –  Settimane di appostamenti, segnalazioni, turni per portargli da bere e da mangiare. Poi l’arrivo delle guardie zoofile che, finalmente, liberano l’animale, consegnandolo alle volontarie del canile del Calice. Comincia ad assumere connotati preoccupanti il fenomeno dei cani tenuti in condizioni di degrado e abbandono da parte di imprenditori cinesi. L’ultima storia arriva dal Macrolotto Due, in via delle Fonti, dove in un’azienda orientale era stato lasciato ferito e in condizioni pessime un cane di razza asiatica. Per liberarlo c’è stata una vera e propria mobilitazione di animalisti, volontari e semplici cittadini. Fra questi il cantante Francesco Guasti che si è battuto per salvare l’amico a quattro zampe e liberarlo dalla fabbrica. «La prima volta l’ho notato quasi per caso – racconta Guasti – Era dietro questo cancello blu, triste, denutrito, ferito sulle zampe. Ho fatto subito una segnalazione alle autorità preposte. E da quel momento sono passato quasi ogni giorno da via delle Fonti per assicurarmi che stesse bene. L’azienda sembrava abbandonata, la sua cuccia era un materasso rancido. E intorno a lui non c’era alcuna protezione per metterlo al riparo da pioggia e freddo». Da quel momento è iniziata una vera e propria battaglia per salvare il cane. A interessarsi della vicenda anche la politica, con la segretaria della Lega, Patrizia Ovattoni, che in prima persona ha chiesto più volte l’intervento della polizia municipale. «C’è stato un primo sopralluogo da parte delle autorità – prosegue Guasti – Poi il sabato santo sono arrivate le guardie zoofile e hanno tratto in salvo il cane. I padroni sono usciti dal primo piano dello stabile, dove c’erano anche degli appartamenti. Sembravano quasi non capire cosa stesse succedendo. Ma a loro il messaggio deve passare chiaro: i cani non possono essere tenuti in simili condizioni».

Il cantante ha iniziato una campagna di sensibilizzazione nei confronti degli animali, per contrastare le pratiche scorrette nel tenere gli amici a quattro zampe. Tanto da girare anche un videoclip con l’Oipa, l’organizzazione internazionale protezione animali, contro violenza e abbandoni. «Purtroppo in città ci sono troppe situazioni al limite – conclude Guasti – E alcune di queste avvengono all’interno dei capannoni cinesi. A volte le guardie hanno le mani legate e non possono intervenire. Ma non deve passare il messaggio che i cani possano vivere nelle gabbie, senza spazi per muoversi o in situazione di degrado e sporcizia. Per fortuna c’è una rete di volontari che si batte contro queste ingiustizie. E che alla lunga riesce a fare salvare questi cani».

Stefano De Biase

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