Se il malato ha il cancro il cane si siede vicino al campione, se non lo ha esce dalla stanza. In un caso l’animale è stato in grado di diagnosticare la malattia prima che i medici fossero capaci di farlo. Sono Liù e Zoe, i cani dell’esercito addestrati a riconoscere il cancro alla prostata dall’odore delle urine del malato. Sono nati e cresciuti al centro militare veterinario di Grosseto, in Toscana, fanno parte di un progetto di ricerca condotto presso l’Istituto Clinico Humanitas di Castellanza.

A questi animali normalmente usati per fiutare mine antiuomo, è stato insegnato a riconoscere l’urina del malato e ora non solo sono in grado di distinguerla da quella di persone sane, o con altre malattie, ma sanno anche individuare lo stadio del cancro, sospettano i ricercatori. Giario Conti, urologo e segretario della società italiana di Uro-oncologia dice: “Abbiamo bisogno di apsettare il prossimo passo che sarà individuare e costruire uno strumento in grado di riconoscerle”.

Un naso, magari elettronico, fatto come il naso del cane. Indagini di questo tipo vengono condotte da diversi anni. Noto il caso dei cani in grado, annusando i nei, di riconoscere il melanoma. D’altronde fido, si sa, è il migliore amico dell’uomo.

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