Un bambino di 4 anni con problemi di sonno e comportamentali “curato” con un rimedio omeopatico a base di saliva di cane affetto da rabbia. È successo in Canada, a Victoria, e la vicenda ha sollevato un polverone di polemiche. La protagonista è una naturopata, Anke Zimmermann, attiva in Rete e autrice di un blog, dove ha descritto appunto la storia del bambino problematico, che sarebbe – a suo dire – guarito grazie alla “terapia”. Il prodotto in questione si chiama Lyssinum (o Hydrophobinum) ed è regolarmente autorizzato per il commercio dal Governo del Canada. «A scuola si nascondeva sotto i tavoli e ringhiava ai compagni – racconta la naturopata, che spiega di aver pensato al preparato perché il bimbo era stato morso in passato da un cane -. Dopo pochi minuti di trattamento mi ha sorriso, come se tutte le luci si fossero accese».

Prodotto autorizzato

La vicenda ha preoccupato in particolare Bonnie Henry, health officer (funzionario sanitario) della provincia di British Columbia, di cui fa parte Victoria. «Non c’è alcuna evidenza che questo trattamento abbia un beneficio terapeutico – ha affermato Henry -. Ancora più importante: sono preoccupata dal fatto che, se veramente questo prodotto contiene quello che suggerisce, potrebbe mettere il paziente a rischio di contrarre la rabbia, una malattia potenzialmente letale che si trasmette attraverso la saliva. Scriverò alle autorità federali – conclude -, chiedendo di riesaminare l’autorizzazione all’immissione in commercio. L’omeopatia può svolgere un ruolo complementare, ma sono preoccupata per quelle persone che rinunciano a trattamenti la cui efficacia è scientificamente dimostrata per affidarsi unicamente a questo tipo di “cure”.

I dubbi sull’omeopatia

Anke Zimmermann, la naturopata, che in seguito alle polemiche infuocate ha rimosso il post in cui descriveva la vicenda dal suo blog, si è difesa: «Non c’è accordo su come agiscano i rimedi omeopatici, ma che funzionino è sotto gli occhi di tutti – ha detto ai giornalisti -. Nel mondo milioni di persone usano l’omeopatia». Nel suo blog, Zimmermann sottolinea che i preparati non contengono virus attivi o altri patogeni. Inoltre – aggiunge – l’accusa fatta più spesso all’omeopatia è quella di essere solo un placebo e che le pillole hanno lo stesso potere dell’acqua. «Quindi – chiede – se si tratta solo di un placebo, come potrebbe causare una malattia mortale?». Al contrario, secondo la naturopata, il ricorso a prodotti omeopatici per alcuni problemi comportamentali nei bambini può ridurre le prescrizioni di farmaci antidepressivi e antipsicotici. «La chiave giusta apre la porta» sottolinea Zimmermann, sottolineando che per l’omeopatia ogni principio attivo è valido, che sia saliva di cane rabbioso o la conosciutissima arnica. «Alla base c’è l’idea che una sostanza che può determinare dei sintomi in una persona sana, possa invece farli sparire in un soggetto malato» aggiunge.

Una malattia gravissima

La rabbia è una malattia infettiva, causata da virus del genere Lyssavirus (famiglia dei Rhabdoviridae), che colpisce alcuni animali (cani e gatti, ma non solo), dai quali può essere trasmessa all’uomo tramite la saliva o il morso. Provoca gravi disturbi del sistema nervoso e può essere mortale. I sintomi sono febbre, mal di testa, malessere generale, sensazione di paura o ansia. A volte ci sono anche dolore e formicolio nella sede di infezione. In un secondo momento subentrano sintomi più gravi: comportamento aggressivo, allucinazioni, agitazione, eccessiva produzione di saliva. In passato la malattia veniva chiamata anche “idrofobia” (letteralmente “paura dell’acqua”): il motivo è che spesso chi ne soffre ha difficoltà a deglutire, tanto da non potersi dissetare, a causa di dolori fortissimi alla gola che si scatenano ingerendo liquidi. Non esiste una cura per l’infezione del virus della rabbia. Esiste però un vaccino, che deve essere somministrato, in più dosi, in ogni caso di sospetta esposizione alla malattia. In caso di situazione ad alto rischio vengono somministrate al paziente le immunoglobuline, che aiutano l’organismo a reagire contro un eventuale contagio, in attesa della vaccinazione.

21 aprile 2018 (modifica il 21 aprile 2018 | 15:40)

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