Campi Bisenzio, 13 ottobre 2015 – Due cani salvati in Sicilia dal biologo Carlo Scoccianti, direttore dell’oasi Wwf di Focognano ora cercano casa. E’ una bella storia quella che Scoccianti ha riportato dal sud dove il fenomeno degli animali abbandonati è purtroppo molto frequente.

“In agosto – racconta – ero in Sicilia come coordinatore scientifico di alcuni gruppi di volontari impegnati in un progetto di tutela ambientale che prevedeva il ripristino di habitat riproduttivi per gli anfibi. Nelle ore libere dal lavoro mi recavo nei dintorni per raccogliere documentazione fotografica degli aspetti ambientali e archeologici e ogni giorno mi imbattevo in numerosi cani vaganti che, solitari o in piccoli gruppi, cercavano disperatamente cibo nelle grandi montagne di rifiuti presenti a lato delle strade in tutta la piana di Catania. Ho passato tutti i pomeriggi a tentare di sfamare questi animali girando con la mia auto, trasformata in una sorta di dispensa ambulante, in tutte le stradine di questa vasta parte dell’Isola, da Paternò fino a Palagonia, da Zafferana Etnea a Lentini, da Catania stessa fino a Bronte”. Tutte le situazioni sembravano ugualmente tristi e bisognose: ogni cane aveva occhi speciali e bellissimi.

“Uno degli ultimi giorni mi fermo – prosegue il biologo – in un vasto piazzale sterrato e vedo subito arrivare un cane e poi un altro. Uno dei due era ridotto pelle e ossa, tanto che mi chiedevo come potesse stare in piedi. Piano piano scendo e senza movimenti bruschi mi accingo ad aprire un barattolo di cibo e lo offro loro in due punti separati. Poi mi allontano ed entrambi si dirigono piano piano al cibo. Nel giro di tre secondi dalla strada provinciale sopraggiunge un’auto a bassa velocità ed entra nello spiazzo, l’uomo alla guida stringe la curva e mette sotto il cane accucciato compiendo due incredibili sobbalzi su di esso: il cane grida due volte per il dolore, io grido ancora più forte. L’auto si allontana come nulla fosse accaduto. Il cane tenta di rialzarsi e si accascia. Lo raccolgo in un asciugamano mentre perde sangue da numerose ferite”. Scoccianti porta subito il cane da un veterinario: dalle radiografie, come per un miracolo, non si evidenziano fratture. Comincia il ricovero e dai controlli emerge che gli organi interni non avevano subito danni.

“Intanto – dice il direttore dell’oasi – ogni giorno tornavo sulla piazzola e sfamavo l’altro suo compagno di sventura che lo aveva visto investire dall’auto. Parto dunque per Firenze in auto insieme ai due cani: sapevo che non li avrei potuti tenere con me in casa avendo già altri cani maschi, senza per altro disporre neanche di un giardino, ma ero anche fiducioso che gli avrei trovato una famiglia capace di dar loro l’affetto che meritano”. I cani si chiamano Ibleo e Simeto, perché trovati sui monti Iblei e perché nella zona sottostante della piana di Catania scorre il fiume Simeto. Ibleo, quello pelle e ossa, è un cucciolo di circa 8 mesi. L’altro, Simeto, più in forze, è un cucciolo di circa 9 mesi. È passato un mese circa e i cani stanno molto meglio, le ferite del piccolo sono tutte guarite e sopra è nato un delicato pelo bianco, l’altro sta benissimo, è molto giocherellone e chiede continuamente carezze. “Ho verificato che entrambi convivono senza problemi con i gatti – conclude Scoccianti – e onostante gli appelli fatti girare nella rete, nessuno si è ancora fatto avanti per adottarli e non so più come fare. Lancio quindi un nuovo appello per Ibleo e per Simeto a tutti voi lettori de La Nazione”. Per contattare Scoccianti: 338 3994177. Ovviamente chiunque potrà andare a vederli di persona, prima di eventualmente decidere di adottarli.

di Maria Serena Quercioli

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