Martedì, 24 Novembre 2015 16:24

Maria Elena Boschi“La riduzione del numero delle Regioni non è in discussione, né è all’ordine del giorno una riorganizzazione dei confini regionali”. Così il Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi.

E’ in discussione oggi alla Camera la riforma costituzionale che modifica, fra l’altro, l’assetto del Titolo V della Carta Costituzionale. Il testo, sul quale Montecitorio ha già respinto le pregiudiziali di costituzionalità, è quello approvato a metà ottobre dal Senato e che ha riscritto i vigenti articolo 116 e 117 della Costituzione, cancellando la legislazione concorrente fra Stato e Regioni.

“Non è in discussione la riduzione del numero delle Regioni nè è all’ordine del giorno una riorganizzazione dei confini regionali”, ha dichiarato Maria Elena Boschi secondo la quale ci sono “tutte le condizioni per completare il percorso delle riforme”. L’auspicio è quello di una rapida approvazione da parte del Parlamento per avere poi la conferma del referendum con il quale la parola spetterà ai cittadini.
Secondo il Ministro Boschi le modifiche costituzionali, ora all’esame della Camera, “rafforzano il regionalismo cooperativo. Perché non ci sarà più un rapporto necessariamente dialettico, quasi contrapposto tra Stato e Regioni”. La riforma, ha detto, “fa riappropriare Stato e Regioni del proprio ruolo e delle proprie responsabilità”.

Non solo: la riforma “invece di ampliare le distanze tra nord e sud Italia cerca di ridurre le differenze” e “si prefigge obiettivi non antitetici con chi riconosce alle Regioni un ruolo importante”. Il Senato delle Autonomie, “è una sfida per le Regioni – ribadisce – la sfida di avere un ruolo da protagoniste anche nella legislazione nazionale e rispetto alla normativa comunitaria sia ascendente che discendente, la sfida – torna a sottolineare – per acquisire autorevolezza. Chi andrà a comporre il Senato non saranno i consiglieri regionali meno interessati all’attività politica, non saranno scelte le seconde file, ma i soggetti più capaci di rappresentare il territorio ed esprimere autorevolezza”. “Abbiamo scelto con convinzione di tenere insieme le due riforme costituzionali che, a nostro avviso, non si possono scindere perché c’è un equilibrio nella riduzione del potere legislativo esclusivo delle Regioni o concorrente e il coinvolgimento dei rappresentanti delle Regioni nel Senato. Le Regioni vedono ridursi i poteri legislativi in alcune materie ma partecipano alla legislazione nazionale sedendo nel Senato. Si risolve la conflittualità – ha concluso – a monte e non a valle”. (fonte)

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