Signor direttore,
inutile illudersi che coloro che, nottetempo, distribuiscono polpette avvelenate nei parchi possano essere sorpresi e consegnati alla giustizia. Meglio dotarsi di strumenti che possano evitare che il nostro cane assuma un veleno e magari ci muoia tra le braccia. L’unico modo che allora abbiamo per difenderlo durante le passeggiate in campagna o nei pubblici giardini è quello di munirlo di idonea museruola. Tutti i cani, abituati ad indossarla, la tollerano molto bene perché non è uno strumento di tortura, ma un mezzo che consente anche di salvar loro la vita e che il cane sopporta «senza fare una piega». Senza poi dimenticare che la normativa nazionale che regola la materia, prevede di «portare con sé la museruola da applicare al cane in caso di rischio per l’incolumità di persone o animali», e che il suo utilizzo consente di poter andare col nostro fedele amico a quattro zampe dove magari non è consentito entrare senza: nei locali pubblici come ad esempio le Poste, nei bar, ristoranti (che ne autorizzano l’ingresso), sui mezzi pubblici di trasporto e così via. E senza nemmeno dimenticare che il nostro veterinario di fiducia sarà ben contento di visitare il cane in tutta tranquillità se questi non ha la possibilità di ribellarsi durante le manovre diagnostiche. Ciò premesso vediamo allora come fare per far gradire al nostro fedele amico questo strumento che, non mi stanco di sottolineare, non ne libera assolutamente la libertà. Per prima cosa è necessario sapere che lavorare su un cucciolo è un po’ più semplice che su un adulto, con il quale è necessario disporre di un po’ più di tempo e buona volontà. Queste le regole fondamentali: acquistiamo una museruola adatta al muso del nostro cane che sia a cestello e di plastica (di solito è di colore marrone); iniziamo a giocare con il cane tenendola in mano, ma evitando tuttavia che la morda; teniamola sempre appesa vicino alla ciotola del cibo; quando usciamo per una passeggiata, mostriamola al cane dicendogli una frase del tipo: «usciamo?» oppure «andiamo a fare un giretto?». E’ questo un rinforzo positivo che fa comprendere al cane che ogni volta che gli viene mostrato quello strano arnese il suo padrone lo porta a spasso. Teniamola poi con noi quando usciamo in sua compagnia; utilizziamo la museruola, per 1 settimana, come se fosse una ciotola per il cibo, incastrandogli sul fondo, tra le stanghette di plastica, un bocconcino prelibato, così che il cane affondi il muso per mangiarlo; ogni tanto chiudiamogli leggermente la bocca per pochi secondi, complimentandoci con lui se non reagisce e sgridandolo con un no secco se si divincola. Lo possiamo fare anche durante il gioco, sapendo però che se si ribella è necessario interrompere ogni interazione con lui per qualche minuto; nella seconda settimana offriamo sempre un bocconcino al cane nella museruola, tenendogliela però leggermente premuta sul muso; nella terza settimana, allungando progressivamente i tempi, facciamogliela indossare, dicendogli sempre: «andiamo a fare una passeggiata?» e incastrandogli sul fondo il solito bocconcino; usciamo col cane complimentandoci con lui solo ed esclusivamente se dimostra di tollerarla bene e senza dimenticare di infilargli, ogni tanto, ma sempre più raramente, un bocconcino sul fondo; quando torniamo a casa e gliela togliamo, complimentiamoci con lui, allungandogli il solito piccolo premio in cibo. Se avremo fatto le cose perbene, il risultato sarà assicurato e il nostro cane sarà contento di indossare la museruola perché diverrà per lui uno strumento che gli assicura gustosi premi e una salutare passeggiata col padrone. Ovviamente, col passare del tempo, limiteremo i bocconcini premio fino anche a sospenderli. Dovremo invece mantenerli ogni volta che, rientrando in casa, gliela toglieremo.
Giorgio Mezzatesta
Parma, 2 marzo
Bocconi avvelenati: come salvare i cani – Gazzetta di Parma – Gazzetta di Parma
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