Ha destato giusto scalpore e altrettanta indignazione la notizia della recente aggressione di un bambino di sei anni da parte di un pitbull avvenuta nei giorni scorsi in quel di Petosino.

Dando per scontata l’incredulità e lo smarrimento nell’apprendere dell’assurdo comportamento tenuto dalla coppia detentrice dell’animale , la prima cosa che salta all’occhio è questa continua e reiterata mancanza nel rispettare le leggi da parte di alcuni proprietari, per la verità pochi, se si considera che la provincia di Bergamo conta circa centomila cani censiti. Periodicamente questa rubrica, che ha per scopo principalmente il far conoscere e apprezzare a più lettori possibili i nostri «Amici con la coda», torna a trattare temi quali il rispetto degli altri prima di tutto attraverso il buon senso, oltre che ovviamente ai regolamenti in vigore.

Alla luce di quanto detto ricordiamo ciò che la legge prescrive: innanzitutto i cani vanno sempre tenuti al guinzaglio (che tra l’altro dovrebbe avere una lunghezza massima di un metro e mezzo), salvo che nelle zone in cui è consentito liberarli, (le aree cani), inoltre è obbligatorio avere a portata di mano (e non indosso al cane) una museruola, e, ovviamente, è necessario raccogliere le deiezioni del proprio cane. Non solo, ma la legge dice anche che il conduttore del cane deve essere in grado di poter gestire e contenere lo stesso: in pratica significa che un cane di 40 chili, ad esempio, non può essere portato a spasso da un bambino che ne pesa 25.

Si chiama «concetto di proprietà responsabile», e in nome di ciò furono anche creati i famosi «percorsi formativi per proprietari di cani», cioè i famosi «patentini», purtroppo soltanto teorici, facoltativi e quindi praticamente dimenticati, e venne cancellata la famosa «black list» delle razze pericolose, decisamente discutibile e assolutamente inutile, vuoi per la scarsissima diffusione in Italia della maggior parte delle razze stesse, (se siete curiosi cercatela su google), vuoi perché un cane derivato o un incrocio fra le stesse rappresentava a tutti gli effetti un meticcio, e quindi al di fuori di tale elenco.

Ci permettiamo di affermare che se tale legge prevedesse l’obbligatorietà dei percorsi formativi comprendendo ovviamente anche una parte pratica, e obbligasse ogni comune a dotarsi di una o più aree cani a seconda del numero di abitanti, ecco che sarebbero ancora di più giustificabili le multe nei confronti di chi non adempisse al rispetto della stessa. A tal scopo ricordiamo che la spesa per allestire un’area cani è davvero minima: una rete, un cancello, dei cestini e, possibilmente, una fontanella, e che in tanti paesi l’area cani ha rivalorizzato zone che erano dismesse oppure malfrequentate. Ora, dopo aver ricordato buona parte di ciò che la normativa nazionale in materia di cani prevede, facciamo innanzitutto appello al proprietario del cane in questione affinché si presenti presso il Comune di Sorisole per assumersi le proprie responsabilità nei confronti dei genitori del malcapitato bimbo, e ricordiamo a tutti i proprietari di cani (e per primo a me medesimo) che soltanto attraverso il rispetto del prossimo otterremo le giuste attenzioni e la considerazione che i nostri cani, ormai sempre più urbanizzati, meritano di avere.

Paolo Bosatra
Dog trainer

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