Sono sicuro che tutti, se ci soffermiamo ad osservare i nostri cani, ci accorgiamo che sono differenti tra di loro… e molto! Passiamo dalle cosiddette razze nordiche (di aspetto molto simile a quello di un lupo), ai molossoidi (che di lupoide hanno ben poco).

Tutto questo ha un significato: le diverse razze che oggi conosciamo, non avevano in origine i medesimi scopi. I primi cani furono selezionati dai nostri antenati per una questione di tipo funzionale. Scoprimmo questi animali per la loro attitudine alla caccia, alla guardia e alla difesa del territorio, non sicuramente per la loro bellezza. Con il susseguirsi dei secoli si è passati da un cane ti tipo utilitaristico al vero compagno di vita che oggi tutti ben conosciamo, un compagno di vita che allieta le nostre giornate e quelle di chi vive con noi. La vera e propria selezione delle razze è cominciata intorno all’Ottocento, da quel momento hanno cominciato a distinguersi cultori delle diverse razze, applicando una particolare selezione per ottenere un “tipo” di cane ben definito fisicamente e con determinate caratteristiche comportamentali.

Se oggi esistono cani più adatti alla difesa del territorio, piuttosto che a quella personale, o cani da caccia (di tutte le categorie esistenti), da “allarme” o da compagnia, lo dobbiamo a questa selezione. Dalla prossima settimana cominceremo ad analizzare insieme quali sono le categorie di cani oggi esistenti e le loro caratteristiche, ma oggi vorrei concentrarmi sulla cosiddetta neotenia.

Anche i cani sono animali neotenici, ma esattamente cosa vuol dire?

Con questo termine si intende il “mantenere delle caratteristiche giovanili, anche in età adulta”. Alcuni studiosi sono addirittura arrivati ad elaborare una sorta di “scala della neotenia” in relazione alle singole razze canine: Konrad Lorenz è stato il primo ad elaborare la teoria e i biologi Lorna e Raymond Coppinger ad applicarla all’evoluzione delle diverse razze canine. Questa interessante teoria ci permette di suddividere i cani che oggi conosciamo in cinque diversi stadi.

Primo stadio – del neonato

Hanno caratteristiche fisiche decisamente infantili, proprie del cucciolo di lupo al primo e secondo mese di vita: muso corto, orecchie piccole e pendenti, cranio tondeggiante, corpo tozzo e andatura goffa. Il cucciolo è legato alla madre e ai fratelli e allontanarsi da loro provoca paura e stress. Il mondo esterno gli interessa poco e ha paura di tutto ciò che non conosce tendendo a reagire aggressivamente agli stimoli estranei. Appartengono a questo stadio tutti i molossoidi. Questi cani sono estremamente territoriali, non adatti ad attività che richiedono temperamento (velocità di reazione agli stimoli) e spirito di iniziativa e per loro il concetto di “padrone capo-branco” è sostituito da quello di “padrone-mamma”.

Secondo stadio – del gioco

Assomigliano al cucciolo di lupo dal terzo al quarto mese di vita. Hanno muso allungato, orecchie più lunghe ma ancora in posizione pendente o semieretta, corpo più agile e proporzionato. Sono curiosi e vivaci verso gli stimoli esterni, giocano spontaneamente con fratelli e genitori, cominciano a uscire dalla tana e a interagire (in modo ludico) con altri membri del branco ma diffidano da ciò che non conoscono e giocano molto utilizzando la bocca. Appartengono a questo stadio la maggior parte dei braccoidi e i retriever. Questi cani sono poco adatti alla guardia e alla difesa, di indole giocosa e molto affettuosa e con la passione per il riporto. Cominciano ad avere il concetto di gerarchia, ma sono ancora legati alla madre (il padrone ideale dovrebbe tenere un comportamento intermedio tra quello di madre e capobranco).

Terzo stadio – del paratore

Corrisponde al lupacchiotto di 4/6 mesi di vita. Possiedono il muso ulteriormente allungato, andatura agile e sciolta. Sono meno appassionati al riporto e hanno la tendenza a sorpassare ogni oggetto o animale in movimento intercettandolo e tagliandogli la strada (parata). Sono cani già molto gerarchici e collaborativi. Appartengono a questo stadio la maggior parte dei lupoidi, specialmente quelli da pastore. Questi cani sono adatti a compiti di guardia, difesa, pista e conduzione del gregge.

Quarto stadio – del tallonatore

Corrisponde al lupo nel periodo che va dall’adolescenza all’età adulta. Possiedono muso lungo, muscolatura ben sviluppata, corpo agile. Sono cani più indipendenti e capaci di prendere iniziative in proprio, fortemente predatori, tendono a inseguire la preda e a bloccarla addentandola nei quarti posteriori, molto gerarchici e con loro è più efficace una dominanza autorevole e poco sdolcinata. Appartengono a questo stadio alcuni levrieri, tutti i cani nordici da caccia e due da slitta, il Samoiedo e l’Alaskan Malamute.

Quinto stadio – dell’adulto

Il cane assomiglia fisicamente e caratterialmente a un lupo adulto. Non abbaiano quasi più, ma possono ululare per motivi sociali, sono molto indipendenti e predatori, possono avere un legame assai forte solo con i membri di rango superiore che sappiano conquistarsi la loro stima. Appartengono a questo stadio i levrieri più primitivi (come l’Azawakh), e le rimanenti due razze nordiche da slitta: il Siberian Husky  e il Groenlandese.

Esistono anche tutta una serie di stadi intermedi e attenzione, un cane al primo stadio neotenico, cresce comunque e diventa adulto, questo vuol dire che manifesterà via via le caratteristiche legate agli stadi successivi: la differenza sta nel fatto che in lui i caratteri “adulti” saranno meno accentuati, ma questo non significa che manchino completamente.

Questa teoria spiegherebbero perché, in caso di risse, alcuni cani ritualizzino (dal terzo stadio in su), mentre altri non sanno cosa siano le inibizioni rituali (primi due stadi). I cani più “pericolosi” allora sono quelli appartenenti al primo stadio che non sono ancora territoriali, ma hanno l’impulso a difendere la tana da tutto ciò che non conoscono, pur non avendo ancora imparato né leggi, né gerarchie, né le ritualizzazioni che limitano i danni in caso di scontro. Per di più hanno un fortissimo istinto di autodifesa.

Il tutto è assai contestabile e anche gli stessi Coppinger abbandonarono presto la loro teoria, noi limitiamoci a prenderla come un dato oggettivo che può aiutarci a comprendere alcuni dei comportamenti dei nostri cani, ma senza schematizzarli.

Per qualsiasi domanda e dubbio non esitate a contattare me ([email protected]) o la redazione.

Un bau a tutti e a lunedì prossimo!

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