Rompono il muro della solitudine, impongono ritmi – il momento del pasto, la passeggiata, il quarto d’ora di giochi – e piccole attenzioni. E così riempiono le giornate. Cani e gatti sono amati dagli anziani. I quali, anche se spesso ce ne dimentichiamo, hanno bisogno, oltre che di affetto, anche di un contatto fisico. E il pet si lascia coccolare e ricambia le carezze.

Non fa distinzioni

Non fa distinguo tra giovani e anziani, ricchi e poveri, belli e brutti. Lui non giudica. Il rapporto (virtuoso) della relazione anziani-pet è oggetto di un’indagine di Senior Italia FederAnziani e Mars Italia. Risulta che la quasi totalità degli anziani che vive con un cane o un gatto (nove su dieci) ammette che la convivenza ha avuto un impatto positivo sull’umore. Quasi un antidepressivo naturale. E chi un pet non l’ha è convinto che la sua compagnia potrebbe portare una dose di serenità in più alla propria vita. «Studi rigorosi scientifici sulla popolazione generale non sono semplici da fare – spiega Emanuela Prato Previde, psicobiologa dell’Università degli Studi di Milano e responsabile del laboratorio Canis Sapiens – ma alcuni sondaggi condotti per esempio sugli ospiti dei centri anziani hanno confermato il ruolo positivo della relazione pet-anziani». Perché il senior, uomo o donna, «ha qualcuno di cui prendersi cura che non sia il partner, il quale quando c’è è altrettanto anziano.

Ritrovare il buonumore

«Un gattino – aggiunge l’esperta – ti distrae, è divertente, non può non strapparti un sorriso quando gioca. Un cane ti costringe ad uscire di casa». Non è una panacea per qualsiasi malattia della terza età ma in molti raccontano di aver visto i propri anziani ritrovare il buonumore. L’indagine in questione è indicativa: in otto casi su dieci presi in esame, il pet è entrato in famiglia, come regalo di un parente. Dati confermati da una recente indagine di Anmvi, l’associazione dei medici veterinari, da cui emerge anche che i senior sono attenti alle cure del proprio animale. È minima la percentuale di chi non fa capolino in ambulatorio almeno una volta all’anno per fare un check up e le vaccinazioni al proprio pet. E forse non è azzardato sposare la tesi dei ricercatori dell’Università scozzese Saint Andrews: cani e gatti allungano la vita e migliorano la qualità della vecchiaia.

Migliora la salute

La rivista scientifica Preventive Medicine ha pubblicato i risultati di una ricerca compiuta su un gruppo di persone di età superiore ai 79 anni, tutti proprietari di cani e gatti: queste persone sono risultate più toniche del 12 per cento dei loro coetanei, con una forma fisica pari a uomini e donne di almeno 10 anni in meno. E si presentavano con dati migliori sulla pressione e sulla frequenza di episodi di ansia, mentre sentivano meno, molto meno, la sindrome della solitudine. Insomma, gli animali domestici non producono benefici solo ai bambini (che imparano ad accudire ed a riconoscere i bisogni degli altri) ma anche agli anziani, regalandogli energia e vitalità.

Come alimentarli

Un po’ critico rimane il capitolo pasti: tornando alla ricerca Mars, i senior in tre casi su dieci ammettono di cucinare in casa per i propri pet o offrire quello che avanza dai propri pasti. E ciò che crea ansia è talora la difficoltà di coniugare le proprie esigenze con quelle dell’animale, per esempio dovendosi allontanare da casa per le ferie o un ricovero. Roberto Messina, presidente di Senior Italia FederAnziani per questo precisa: «È importante per noi promuovere progetti che ne favoriscano il benessere». E Valentina Menato, marketing director Petcare di Mars Italia aggiunge: «Abbiamo analizzato le difficoltà e vogliamo impegnarci ad agire in modo mirato su quello che può realmente agevolare la loro relazione»

2 settembre 2018 (modifica il 2 settembre 2018 | 13:30)

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