Venerdì, 11 Marzo 2016 15:22

prescriptionL’uso prudente è un caposaldo della lotta alla resistenza antimicrobica. Per questo il Parlamento Europeo ha introdotto modifiche al Regolamento sui medicinali veterinari.
Si parte dai principi di impiego razionale e dalla necessità – ribadita ieri dall’Europarlamento- che gli Stati membri tengano conto delle linee guida per l’uso prudente degli antimicrobici nella medicina veterinaria, elaborate dalla Commissione. Nella plenaria del 10 marzo, fra gli emendamenti approvati dall’Europarlamento figurano numerose disposizioni generali sull’uso e la regolamentazione degli antimicrobici in veterinaria, contemplando la possibilità per gli Stati Membri di introdurre divieti e limitazioni di impiego e di fornitura.

Definizione di “antimicrobico”. Il Parlamento europeo ha introdotto una definizione giuridica mancante nel testo originariamente proposto dalla Commissione. Per antimicrobico si intende “qualsiasi composto con un’azione diretta sui microrganismi, utilizzato per il trattamento o la prevenzione di infezioni; gli antimicrobici comprendono gli antibatterici, gli antivirali, gli antimicotici e gli antiprotozoici; nel quadro del presente regolamento, per sostanza antimicrobica si intende un antibatterico”.

Obbligo giuridico in capo ai veterinari- I veterinari hanno l’obbligo giuridico, previsto dal loro codice deontologico, di garantire l’impiego responsabile dei medicinali veterinari. Una sottolineatura che il Parlamento europeo ha voluto aggiungere alle premesse del Regolamento, aggiungendo che essi “non dovrebbero essere influenzati, direttamente o indirettamente, con incentivi economici quando prescrivono questi prodotti”. Anzi, l’industria farmaceutica veterinaria e i veterinari dovrebbero promuovere insieme un impiego responsabile. La fornitura di antimicrobici veterinari da parte dei veterinari o altri soggetti autorizzati a norma del diritto nazionale dovrebbe perciò essere limitata alla quantità necessaria per il trattamento degli animali loro affidati e soltanto in seguito a una diagnosi veterinaria effettuata previo esame clinico dell’animale o, in casi eccezionali, di un semplice monitoraggio veterinario permanente dello stesso.

Diagnosi e diagnostica– La fornitura di antimicrobici veterinari da parte dei veterinari o altri soggetti autorizzati a norma del diritto nazionale dovrà essere limitata alla quantità necessaria per il trattamento degli animali loro affidati e soltanto in seguito a una diagnosi veterinaria effettuata previo esame clinico dell’animale o, in casi eccezionali, di un semplice monitoraggio veterinario permanente dello stesso.
Al fine di agevolare l’impiego responsabile degli antimicrobici, si impone una diagnostica veterinaria rapida, affidabile ed efficace sia per individuare le cause della malattia che per effettuare test di sensibilità agli antibiotici. Ciò faciliterebbe la diagnosi corretta, consentirebbe un uso mirato degli antimicrobici, sosterrebbe un ricorso quanto più limitato possibile agli antimicrobici di importanza primaria e, pertanto, frenerebbe lo sviluppo della resistenza antimicrobica. È evidente – secondo gli eurodeputati- la necessità di future innovazioni specificamente mirate alla diagnostica in loco, come pure l’esigenza di valutare attentamente l’eventuale necessità di una maggiore armonizzazione o regolamentazione in tale settore.

Antimicrobici in etichetta– Il Parlamento Europeo ha ritenuto “necessario assicurare che siano applicate misure in modo proporzionato sia nel settore umano che in quello animale e che nelle etichette degli antimicrobici per uso umano e veterinario siano comprese avvertenze e indicazioni appropriate”.

No vendita on line– Per ridurre al minimo i rischi per la salute animale e umana, la vendita online di antimicrobici deve essere vietata.

Antimicrobici di importanza primaria- Per preservare il più a lungo possibile l’efficacia di determinati antimicrobici per il trattamento di infezioni nell’uomo, è necessario riservare tali antimicrobici unicamente all’uomo. In linea di principio, tale approccio dovrebbe applicarsi agli antimicrobici di importanza primaria identificati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Sarà inoltre possibile decidere che altri antimicrobici di importanza primaria, in seguito alle raccomandazioni scientifiche dell’Agenzia Europea dei Medicinali, non dovranno essere disponibili sul mercato nel settore veterinario.

Raccogliere dati- Sono necessari dati migliori riguardo a come, quando, dove e perché vengono utilizzati gli antimicrobici. Pertanto, i dati raccolti dovrebbero essere suddivisi per tipo di antimicrobico, specie e malattia o infezione trattata. Al fine di garantire che le informazioni raccolte possano essere utilizzate in modo efficace, occorre stabilire norme adeguate per la raccolta e lo scambio di dati. Gli Stati membri dovrebbero essere responsabili della raccolta di dati sull’impiego degli antimicrobici sotto il coordinamento dell’Agenzia.

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