Blu è un pastore tedesco di 9 anni che era stato investito da un’auto, fratturandosi il femore. E dopo un’operazione non troppo semplice, «il trattamento cranio sacrale ha facilitato la distensione muscolare e ha abbreviato i tempi di recupero dell’animale». Roberta Martinengo, 52 anni, è una dei pochi veterinari nel Nord Italia che pratica la «terapia cranio sacrale». La terapia, che vuole essere un’integrazione alla medicina tradizionale, consiste nel fare all’animale un massaggio terapeutico della durata di circa un’ora, che si focalizza sulle disfunzioni delle quattro zampe. «Si tratta di un massaggio molto leggero che ha benefici fisici, cioè sia la distensione delle tensioni muscolari – dice Roberta Martinengo – sia emotivi: l’animale si rilassa, supera traumi, paure o stress che ha accumulato negli anni». 

Whisky, per esempio, era un golden retriever con alcuni problemi comportamentali. «Il massaggio lo ha aiutato a superarli – prosegue la veterinaria -: dopo qualche mese il cane ha smesso di muovere la testa in maniera compulsiva. E’ stato un miglioramento graduale». I proprietari che si rivolgono a lei, con animali affetti da artrosi, epilessia o per stimolare le difese del sistema immunitario di Fido, di solito vogliono integrare le cure veterinarie tradizionali a questa pratica della medicina alternativa. 

La terapia cranio sacrale è infatti un’evoluzione dell’osteopatia, fondata all’inizio del XX secolo da William Garner Sutherland, che ipotizzò che le ossa del cranio potessero essere capaci di un impercettibile movimento di «respirazione cranio-sacrale». Che, secondo Sutherland, sarebbe un movimento ritmico di espansione e flessione delle ossa del cranio. «Ascoltando questo movimento, in sintesi, e percependo le tensioni dell’animale, mi prendo cura dei miei pazienti a quattro zampe», spiega Roberta Martinengo, che lavora in numerosi ambulatori di Torino e del Piemonte, ma anche a Piacenza e Bologna. Dopo la laurea in medicina veterinaria nel 1991, Roberta si è prima specializzata in omeopatia a Milano per poi studiare all’Accademia cranio sacrale di Trieste questa tecnica «meno invasiva» che oggi è diventata il suo lavoro. «È un trattamento che si integra anche ai rimedi omeopatici ed è anche preventiva di alcuni disturbi». 

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