Per il 42% dei calabresi l’animale domestico deve essere trattato come un membro della famiglia. Tutti d’accordo sul dare maggiori sanzioni a chi li abbandona o li maltratta

animali vacanzaLe vacanze sono alle porte e, come ogni anno, si avvicina il momento critico dell’organizzazione del viaggio in compagnia di un animale domestico. Sembra tuttavia dall’ultima ricerca (1) dell’Osservatorio di Sara Assicurazioni, la compagnia Assicuratrice ufficiale dell’Automobile Club d’Italia, che i calabresi abbiano molto a cuore i propri animali domestici, a tal punto che più della metà (58%) è convinta che il proprio compagno a quattro zampe andrebbe portato con sé in vacanza, e solo il 13% lo affiderebbe a parenti e amici. Il 16%, infine, lo lascerebbe a un dog/cat-sitter. Il legame è così forte da considerarli membri effettivi della famiglia (42%), per il 22% rappresentano una compagnia, un altro 27% vede in loro invece un amico fidato.
L’argomento coinvolge l’Italia intera: secondo i dati Eurispes raccolti nel Rapporto Italia 2016, almeno la metà degli italiani accudisce qualche animale da compagnia. Tuttavia non è tutto rose e fiori come sembra: secondo la LAV si stima che ogni anno in Italia siano abbandonati una media di 80.000 gatti e 50.000 cani, più dell’80% dei quali rischia di morire in incidenti, di stenti o a causa di maltrattamenti.
Emerge tuttavia dalla ricerca una forte solidarietà nei confronti degli animali, specialmente quando si parla di sanzioni: secondo la quasi totalità dei calabresi (83%), le leggi che rendono reati l’abbandono e il maltrattamento degli animali non solo sono giuste, ma dovrebbero addirittura essere più severe.
Molti intervistati della regione sono però d’accordo nell’affermare che un animale domestico, sia a casa che in vacanza, richiede impegno e attenzioni particolari: se per il 27% potrebbe limitare la propria libertà, il 33% teme che possa fare del male alle persone, ma c’è anche chi ha paura che scappi (31%) o che provochi danni alle cose (36%).
Per evitare tutto ciò, i calabresi corrono ai ripari tenendo l’animale sempre sotto controllo (40%), o, nei casi più difficili, facendolo educare da esperti (22%). Un altro 22%, infine, stipula una polizza assicurativa per tutelarsi dai danni che l’animale potrebbe causare agli altri.
Se i calabresi sanno come tenere a bada i comportamenti dei loro fedeli compagni, pare non sia così nei confronti dei loro simili. Secondo la ricerca, il 36% degli intervistati ha dichiarato che gli esercizi pubblici che non ammettono animali al loro interno fanno bene, ma non per motivi di igiene o perché potrebbero dare fastidio: il motivo principale è il comportamento dei loro padroni, che spesso non hanno rispetto per le altre persone.

(1) Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora nel 2016 su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, sesso ed area geografica.

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