L’amore degli italiani per gli animali domestici non ha confini: in Italia ci sono 60 milioni e 400 mila pet, che indica come che nelle case del Belpaese il rapporto tra italiani e animali d’affezione è quasi di uno a uno.

È quanto emerge dal Rapporto Assalco – Zoomark 2018, che fa il punto sulla situazione del mondo dei pet, cuato da Assalco e da Zoomark International, con il contributo di Centro Studio Sintesi, di Iri Information Resources e dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani.

Suddividendo il dato totale tra le varie specie, si nota come quasi la metà degli animali domestici sia composta da pesci (30 milioni), al secondo posto gli uccelli (13 milioni) e i gatti, in quantità poco superiore ai cani (7,5 milioni contro 7). Tre milioni, infine, sono i piccoli mammiferi come criceti o porcellini d’India e rettili.

Secondo la ricerca il 53% di chi possiede un animale domestico gli dedica la maggior parte del proprio tempo libero, mentre il 46% viaggia solo se può farlo anche il proprio amico a quattro zampe. Il 77% nutre il proprio animale d’affezione con pet food industriale che, come raccomandano i veterinari, fornisce un’alimentazione completa, bilanciata ed equilibrata.

Il riconoscimento dei pet, tuttavia, va ben oltre l’ambito familiare. Sono numerose, ad esempio, le aziende che consentono ai lavoratori di recarsi in ufficio con il proprio animale da compagnia. 

Gli animali d’affezione, inoltre, hanno sempre più un ruolo attivo in società, con “incarichi di rilievo”. Per citarne qualcuno, oltre a fornire assistenza ai non vedenti, i cani oltre che in situazioni di emergenza possono prestare soccorso alle persone affette da diabete, grazie alla loro capacità di identificare le variazioni di glucosio nel sudore o nella saliva. I pet contribuiscono, inoltre, ai percorsi di riabilitazione più diversi: negli ospedali, ma anche nelle carceri e nelle terapie di supporto a ragazzi vittime di bullismo e cyberbullismo.

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