Anche i cani provano empatia. La notizia non sorprenderà chi ha o ha avuto a che fare con fido, ma ora c’è la prova scientifica. A dimostrare la capacità del condividere emozioni che si credeva appannaggio esclusivo di essere umani e primati, è uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa.

Anche i cani, proprio come noi, sperimentano una reazione involontaria e automatica, nonché rapidissima (richiede meno di un secondo) di ‘contagio emotivo’ alla mimica facciale dei propri simili, tanto più se hanno di fronte un ‘amico’. La ricerca degli etologi del museo di Storia Naturale dell’Ateneo pisano, Elisabetta Palagi, Velia Nicotra e Giada Cordoni, è stata appena pubblicata sulla ‘Royal Society Open Science’, la rivista della Royal Society britannica, e si basa sull’analisi del comportamento dei cani (Canis lupus familiaris) durante il gioco, prendendo in considerazione sia la mimica facciale (bocca socchiusa e rilassata) sia quella corporea (inchino giocoso).

“La risposta involontaria del cane alla gestualità facciale e corporea di un proprio simile esiste ed è rapida quanto quella umana – ha spiegato Elisabetta Palagi – ma non solo: le sessioni di gioco in cui la mimica facciale e corporea erano più frequenti erano anche quelle di maggior durata e se a giocare erano cani ‘amici’ la mimica facciale era ancora più marcata. La capacità di leggere attraverso il corpo e il muso le emozioni altrui e di rispondere in modo appropriato è alla base dell’evoluzione del comportamento prosociale e dell’altruismo, alla base cioè di quei comportamenti che vengono catalogati come empatici”.

I dati per lo studio sono stati raccolti nell’agosto del 2012 nel giardino pubblico Vincenzo Florio Junior del Parco della Favorita a Palermo. Con il permesso dei proprietari, i ricercatori hanno filmato 49 cani domestici di razza e non, 26 femmine e 23 maschi dai 3 ai 72 mesi di età. Le riprese si sono svolte dalle sei alle nove di sera per un totale di 50 ore di video.

Dopo un raffinato lavoro di video-analisi, i ricercatori hanno finalmente avuto modo di verificare la loro ipotesi. “Ancora una volta potremmo trovarci di fronte alla scoperta che siamo più simili ad altri animali sociali di quanto non vorremmo credere – ha sottolineato Palagi – e numerosi sono i potenziali sviluppi di questo studio”.

In futuro speriamo di poter studiare la mimica anche nel lupo per capire quanto questo fenomeno sia frutto del processo di domesticazione o sia invece radicato nell’evoluzione della comunicazione emotiva dei carnivori sociali. Se così fosse si aprirebbero infinite linee di ricerca e di sicuro le risposte potrebbero farci scoprire molto sulla capacità di condivisione delle emozioni negli altri animali, oltre che sulle nostre”.

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