Uno studio pubblicato sulla rivista Society & Animals certifica che diverse persone non fanno distinzione tra cani e esseri umani. In sostanza trattano i loro amici a quattro zampe come tratterebbero un bambino e, più in generale, li preferiscono agli esseri umani, amici e familiari inclusi.

L’ESPERIMENTO
La ricerca condotta dal team di psicologi della University of Portsmouth (Regno Unito) ha coinvolto 240 studenti, ai quali sono stati messi sotto il naso dei falsi ritagli di giornale, riportanti notizie di aggressioni a danno di persone o cani. Il copione era lo stesso per ogni fake news: si parlava di una vittima ritrovata inconscia “con una gamba rotta” e “lacerazioni multiple”, causate dall’attacco di assalitore anonimo munito di mazza da baseball. La variabile era rappresentata dal soggetto ferito, che poteva essere un bambino di un anno, un uomo di trent’anni, un cucciolo o un cane di sei anni.

P OVERO CANE!
Dopo avere “abboccato” alle notizie, i volontari hanno compilato un questionario ad hoc, utile a valutare i loro livelli di empatia. Il team aveva ipotizzato che i risultati sarebbero stati influenzati dal grado di vulnerabilità della vittima, cosa che si è puntualmente verificata. I partecipanti hanno infatti dimostrato di soffrire più o meno in uguale misura per le sorti del cucciolo, del cane e del bambino, evidenziando viceversa meno indignazione per quanto accaduto al trentenne umano.

FAMIGLIA ALLARGATA
Secondo gli psicologi, i dati raccolti mettono il luce il fatto che molte persone percepiscono gli animali domestici come dei veri e propri membri della famiglia, da mettere sullo stesso piano di un bambino e ben sopra un qualunque adulto. “I volontari non hanno visto i cani come animali, ma li hanno piuttosto considerati dei cuccioli di uomo con la pelliccia”, hanno chiosato gli autori dello studio.

PERCHÉ PROVIAMO EMPATIA PER I CANI
Stando a uno articolo apparso poche settimane fa su Scientific Reports, la questione ha delle radici scientifiche. Studiando con l’aiuto di una videocamera le espressioni facciali di ventiquattro cani, un’equipe di ricercatori ha concluso che smorfie buffe e occhioni dolci non sono frutto di un comportamento casuale, bensì di una strategia consapevole per attirare l’attenzione dei padroni. A fare il resto, ci pensa poi la nostra naturale propensione a “umanizzare” ciò che vediamo, facendoci dunque sentire molto vicini ai nostri amici a quattro zampe.

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