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Due fratelli pastori del Parco del Pollino, su informazione di loro colleghi, si sono rivolti al CISCAL – Centro Italiano Selezione Cani Antilupo di Peveragno per la difesa delle loro greggi dai continui assalti di lupi.

Giovanni e Vincenzo Troiano sono titolari di un’importante azienda zootecnica situata nel cuore del Parco Nazionale del Pollino dove producono eccellenze di formaggi pecorini e caprini biologici (tra i molti riconoscimenti la “chiocciola” di Slow Food) frutto della coniugazione della tradizionale arte casearia tipica della Basilicata con le più moderne attrezzature per la lavorazione del latte. Attività, la loro, che – come quella di tanti pastori- è fortemente a rischio a seguito dei ripetuti assalti dei lupi alle pecore e conseguente decimazione delle greggi.

Come altri colleghi del Potentino, anche i fratelli Troiano hanno seguito le indicazioni dell’amministrazione del Parco, inserendo nel loro allevamento cani da guardianìa di razza mastino-abruzzese senza però ottenere i risultati auspicati: ancora nei giorni scorsi l’ennesimo assalto di lupi ha provocato la morte di 2 pecore e 6 capre.

Giovanni, di recente, ha avuto l’occasione di leggere su facebook il racconto di un giovane pastore della provincia di Arezzo che, dopo aver speso “un sacco di soldi per l’acquisto di cani da pastore dichiarati antilupo senza ottenere alcun beneficio in quanto risultati del tutto inadeguati al lavoro con il gregge”, si era rivolto al Ciscal (Centro Italiano Selezione Cani Anti Lupo) che ha sede a Peveragno, in provincia di Cuneo e si era confrontato con altri colleghi pastori cuneesi ricevendo preziosi consigli e, in dotazione gratuita dal Ciscal, dei cani davvero all’altezza della situazione, come confermato dagli stessi che li utilizzano a protezione delle greggi.

Di qui la decisione di prendere un appuntamento con il Ciscal e partire da Potenza per la Provincia Granda (12 ore di viaggio in auto) ed incontrare a Peveragno il presidente dell’associazione CISCAL – FICG ed alcuni pastori della zona.

“Abbiamo un patrimonio zootecnico- riferisce Giovanni Troiano – fra pecore e capre, di circa 1.000 capi e non possiamo permetterci di dar da mangiare ai lupi. Dopo le aggressioni gli animali superstiti hanno aborti, riducono il latte, deperiscono, muoiono in conseguenza dello stress, tutto l’allevamento ne risente mortalmente. I lupi attaccano di notte e di giorno, è impossibile vederli. Ci possono riuscire solo i cani, per cui è indispensabile munirsi di buoni esemplari capaci di proteggere realmente il gregge in quanto dotati di un mix di forza, rapidità ed intensità, tali da mettere veramente in grossa difficoltà i lupi. Abbiamo appreso da molti pastori della interessante ed utile iniziativa del Ciscal e, senza indugio, siamo venuti a Peveragno”.

Ezio Maria Romano è il presidente della Federazione Italiana Cani da Guardia che ha fondato il CISCA e, nel corso dell’incontro, informa: “Per noi del Centro i cani antilupo sono innanzitutto una grande passione e quando incontriamo dei pastori in serie difficoltà dovute alle predazioni, cerchiamo sempre di aiutarli sia offrendo loro dei consigli su come gestire il bestiame al pascolo, sia regalando loro alcuni cuccioli o soggetti adulti di ottimi cani da gregge. Nessuno di noi predilige una razza canina piuttosto di un’altra, anzi, sosteniamo addirittura la tesi che siano proprio i “bastardi” che accompagnarono per secoli i pastori di un tempo a rappresentare la vera soluzione contro il “moderno” predatore e non quanto prodotto nelle gabbie degli allevatori di città.

Il concetto di “razza pura”, che attualmente si sta portando avanti, non ha il minimo senso se rapportato alle reali necessità della vita rurale, poiché qualsiasi cane di oggi, non è altro che un “sottoprodotto” dei meticci che un tempo lavoravano al fianco dei pastori, come ben sanno i pastori più anziani, prima ancora che la cinofilia moderna ci mettesse le mani e disponevano di una dote molto rara ma indispensabile: non temere la presenza del lupo! A noi piacciono i cani da pastore veramente “capaci” di saper difendere il bestiame, al di là dei club di razza e ci schieriamo a favore del concetto che il lupo non vada ucciso, avendo anche lui il diritto di esistere sulla terra come tutti gli altri animali creati dalla Natura ma, prima di tutto, vanno difesi i pastori e le loro greggi senza i quali la già fragile economia montana morirebbe, con conseguenze devastanti sul piano socio-economico ed ambientale”.

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