spillaproprietariaIl Tribunale di Roma ha voluto «anticipare l’auspicabile approvazione ed entrata in vigore di una proposta di legge che giace in Parlamento da molti anni».
Così è scritto nella sentenza pronunciata nei giorni scorsi,  ma per la proprietaria che l’ha avuta vinta sull’ex convivente la realta è sostanzialmente diversa: l’ex compagno si è reso irreperibile e con lui il cane. Perciò la sentenzaè rimasta un bell’esercizio di letteratura morta. Le autorità, infatti, “non riescono a notificargli le ingiunzioni”, testimonia l’interessata a Repubblica.

Dopo la sentenza- resa nota ai primi di novembre ma risalente al marzo di quest’anno- giornali, i politici e gli animalisti che hanno esultato parlando di sentenza innovativa “stanno festeggiando aria vuota”, dice ora la proprietaria, secondo la quale la battaglia per l’affido dell’animale da compagnia è tutt’altro che chiusa.«Sempre più frequenti – si legge nella sentenza – sono i casi in cui i coniugi o, comunque, persone che in regime di convivenza hanno posseduto un animale domestico si rivolgono al giudice». Ma anche in caso di vittoria in Tribunale, possono scontare un nulla di fatto sul piano pratico. L’affido alternato di 6 mesi, insomma, non si sta verificando.
Nella sentenza, il giudice ha inoltre stabilito che cibo, cure mediche e «quanto altro eventualmente necessario al benessere» del cane dovrà essere pagato a metà da ciascuno dei due padroni. Ma anche su questo la proprietaria, vincitrice in diritto, nutre forti dubbi: “temo che una persona che non ha neanche un indirizzo di riferimento non si occupi di lei come dovrebbe”.

Non un figlio ma in anagrafe Spilla è registrata a mio nome- «Il giudice è stato bravissimo nel riconoscere i bisogni affettivi del cane, ma non ha analizzato altri elementi. Io non sono per equiparare un animale a un figlio, non credo che sia né buono né costruttivo fare degli accostamenti simili, ma quando un bambino nasce i genitori vengono registrati in quanto tali. Un cane invece, per legge, deve essere iscritto all’anagrafe canina, cosa che rende chi lo fa responsabile a vita del suo benessere. Ecco, sarebbe bastato che il giudice valutasse che Spilla è registrata a mio nome e me ne sono sempre occupata io, anche economicamente. Ora mi sento presa in giro: Spilla non è aggressiva, ma se facesse del male a qualcuno mentre è con il mio ex convivente, ci andrei di mezzo io».
“Io ho rispettato la legge iscrivendo il cane all’anagrafe canina, ma chi non ha rispettato la legge sta avendo la meglio. Non mi resta che cercare Spilla in tutta Roma” conclude.

La massima- Con una sentenza di nuovo orientamento, il Tribunale di Roma (sentenza 5322/2016) ha sancito la seguente massima:
Deve ritenersi che alla cessazione della convivenza more uxorio tra le parti, di fronte al ritardo del legislatore per essere da anni giacente in Parlamento una proposta di regolamentazione in materia, debba disporsi per analogia a quanto avviene con i figli minori l’affidamento condiviso dell’animale domestico convissuto con la parti in costanza di coabitazione rilevando unicamente l’interesse materiale, spirituale e affettivo del cane e non il regime giuridico intercorrente tra dette parti, in adesione all’orientamento giurisprudenziale che tende sempre più a equiparare la famiglia di fatto a quella fondata sul matrimonio: ne consegue che deve disporsi che il cane debba stare sei mesi l’anno con l’una e altri sei con l’altra, con facoltà della parte che non avrà l’animale con sé di vederlo e tenerlo due giorni la settimana, anche continuativi, notte compresa.

Nella foto (repubblica.it) la cagnetta in affido condiviso con la proprietaria

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