Giovedì, 18 Febbraio 2016 13:03

leggisentenzeSono tre veterinari dell’Usl 19 di Adria (Rovigo) a pagare il conto più salato per la sentenza su un giro di bovini dopati scoperto una decina di anni fa. Nel pomeriggio infatti il collegio ha condannato l’ex responsabile del settore igiene degli allevamenti dell’Usl adriese, a quattro anni per adulterazione di sostanze alimentari. Pena dura anche per il veterinario adriese : tre anni e tre mesi per falso ideologico, stesso reato del collega portotollese che all’epoca lavorava come veterinario in convenzione con l’azienda sociosanitaria polesana, che però è stato condannato a due anni e due mesi.
Assolto per intervenuta prescrizione un altro dipendente dell’Usl adriese accusato di peculato. Condanna a due anni per adulterazione di sostanze alimentari per l’allevatore. Assolto invece il mediatore di bovini.

L’inchiesta della Procura di Rovigo era partita nel 2005. In sostanza degli allevatori del Delta del Po, della Bassa Padovana e del Ferrarese avrebbero gonfiato dei bovini da carne con sostanze medicinali proibite, con la compiacenza di alcuni veterinari che avrebbero lasciato correre sui controlli, immettendo così sul mercato alimenti pericolosi per la salute. Secondo le risultanze dei carabinieri del Nas di Padova, i bovini dopati erano allevati e poi venduti in almeno venti aziende agricole della zona di Monselice, Piove di Sacco, Brugine e Adria.

L’indagine chiamata «Desa» ha preso il nome da una sostanza cortisonica (desometazone) in grado di favorire la crescita dei bovini così da «gonfiarli» per essere poi venduti a un prezzo maggiore nei mercati di bestiame. Dopo gli accertamenti dei militari dell’Arma, nell’ottobre 2007 erano state raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare sette persone. (fonte: corrieredelveneto.it)

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