A Detroit, in Michigan, c’è un numero spropositato di cani che vagano per strada. E solo 23 volontari che si prendono cura dei randagi. Circa il 90% dei cani catturati sono destinati all’eutanasia: semplicemente non ci sono abbastanza risorse, finanziamenti, soccorritori, case-famiglia o persone disposte ad adottarli. E il Detroit Dog Rescue vuole cambiare la situazione. 

I volontari di questo ente salvano 500 animali l’anno e lavorano in collaborazione con il Detroit Animal Control e altri rifugi della città per gestire i cani che richiedono cure mediche costose oppure degli esemplari classificati inadottabili, dopo aver subito maltrattamenti e abusi. Il loro impegno è quello di strapparli dal braccio della morte, offrendo amore e un grande branco con cui ricominciare a vivere.  

Kristina Rinaldi, direttrice di questa organizzazione non-profit dal giugno 2015, dice di «conosce il nome di ogni cane presente nel rifugio». E nel suo lavoro è supportata dai suoi due cani, Smokey e Chester, addetti all’accoglienza familiare dei cuccioli malati e maltrattati, «in modo che sappiano cosa vuol dire avere una famiglia». 

La volontaria Allison Manzo ha visto molti cani arrivare in condizioni drammatiche al rifugio, compresa Lucky Mama: «E’ arrivata da noi in fin di vita, con la filaria e 11 cuccioli al seguito. E’ stato un lungo viaggio per lei, e oggi è diventata la luce della nostra vita. Non c’è niente di meglio di un cane riconoscente che sale sulle tue ginocchia semplicemente per rilassarsi e sentirsi al sicuro». 

Allison dice anche che «a malapena si è in grado di riconoscere molti cani quando tornano in visita al Ddr con la nuova famiglia. La loro trasformazione è notevole e dopo tutto quello che hanno vissuto, hanno ancora fiducia nell’uomo», conclude. 

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