emiliano michele pres pugliaLa mancanza di chiarezza sull’assistenza veterinaria ai randagi feriti o ammalati “rischia di causare omissioni da parte degli enti responsabili”.
I consiglieri Antonella Laricchia, Gianluca Bozzetti e Marco Galante (M5S) hanno sollevato la questione in una interrogazione rivolta al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per chiedere “chiarezza una volta per tutte sia per quanto riguarda le competenze che per quanto riguarda le patologie per le quali è previsto un intervento con fondi pubblici”.

Ad Emiliano, anche nel suo ruolo di Assessore regionale alla Sanità, si fa presente che la normativa regionale obbliga infatti  i Comuni,  attraverso le ASL, ad assicurare l’assistenza veterinaria agli animali “esclusivamente per quanto riguarda le malattie infettive ed infestive”. Questo” nonostante all’interno delle ASL non siano previsti ambulatori adibiti a questo servizio. Inoltre, nulla viene previsto esplicitamente per quanto riguarda ogni altra patologia anche grave (malattie tumorali, fratture ossee, lesioni ecc.)”.

L’interrogazione parla di segnalazioni e richieste di intervento ai Comandi di Polizia Municipale dei comuni pugliesi, di cure veterinarie ad animali randagi. Non solo cani e gatti, ma anche volpi e volatili.  “Riteniamo doveroso- dicono i consiglieri-  assicurare le cure necessarie agli animali feriti, specificando che una mancata assistenza sanitaria per i randagi può avere gravi conseguenze anche per gli uomini”. La normativa regionale al riguardo non è abbastanza chiara, in quanto rimanda la competenza ai Comuni i quali, attraverso le ASL, dovrebbero erogare prestazioni mediche “ma non entra nello specifico, generando confusione e omissioni di responsabilità”. La conseguenza è che “nella realtà dei fatti la cura dei randagi, che siano essi malati o feriti o abbandonati, finisce per essere affidata alle mani di instancabili volontari che si trovano ad accudire e a pagare di tasca propria”. Inoltre l’incertezza normativa, “può determinare atteggiamenti omissivi o, al contrario, far sostenere ai singoli enti spese non di competenza, comportando un danno erariale”.

La richiesta alla Giunta pugliese è dunque di chiarire, “in maniera inequivocabile”
– le patologie per le quali i Comuni sono obbligati ad assicurare, a proprie spese, le cure sanitarie agli animali d’affezione randagi
-quali siano le modalità di assistenza veterinaria previste per i gatti, “dal momento che per i cani l’assistenza sanitaria è prevista dai canili sanitari”.
– quali siano gli ulteriori eventuali obblighi gravanti sui Comuni a tutela di altri animali malati e/o feriti che non siano specie protette

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Norme regionali richiamate nell’interrogazione
-Legge n. 12/1995 “Interventi per la tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo”
-Legge n. 13/1989 “Norme concernenti la materia Veterinaria”

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